Questa è la recensione dello Psion Serie 3a, un palmare prodotto dall’azienda inglese Psion PLC a partire dal 1993. Io ne possiedo un esemplare in condizioni discrete (con il vano batteria danneggiato – che sono riuscito a riparare – e la barra di accesso rapido non funzionante) che ho acquistato ad una fiera dell’elettronica nel novembre del 2018.
L’HARDWARE
Con una forma composta da due blocchi collegati tra loro e una tastiera QWERTY, lo Psion Serie 3a somiglia ad un notebook…
Lo Psion Serie 3a ha una forma che lo fa somigliare ad un notebook in miniatura: è infatti composto da due blocchi (uno contenente lo schermo e uno contenente tastiera e componenti interni) collegati tra loro. La scocca che lo ricopre è costituita da plastica grigio scuro dalla superficie liscia, ad eccezione del lato superiore del blocco dello schermo, dove la scocca è ondulata per la maggior parte dalla superficie.
Per quanto riguarda i componenti interni, il Serie 3a è dotato di una CPU 16 bit NEC V30H a 7,68 MHz. La RAM sul mio esemplare è di 1 MB, ma sono stati prodotti anche esemplari con 2 MB, 512 KB o 256 KB. Ha inoltre un sistema audio digitale – in grado di riprodurre i suoni del sistema, delle sveglie e delle registrazioni -,di un altoparlante integrato (che si trova sul lato posteriore del palmare) e di un microfono (situato vicino alla tastiera) . Non è invece dotato di una memoria permanente interna: se si vuole salvare un file in modo permanente bisogna inserire un disco a stato solido della Psion in uno dei due slot appositi; se si salva un file senza alcun disco inserito esso verrà salvato nella RAM e se le batterie verranno rimosse o si scaricheranno (inclusa quella di backup) sarà perduto.
La tastiera incorporata è di layout QWERTY (altro punto di somiglianza tra il Serie 3a e i notebook) ed è l’unico modo, a parte la barra di accesso rapido, per interfacciarsi con il sistema operativo: il Serie 3a non è dotato infatti di uno schermo touch utilizzabile con un pennino come altri palmari dell’epoca; per ciò sulla tastiera, oltre ai tasti basilari per scrivere, si trovano anche alcuni tasti ideati appositamente per il controllo del sistema operativo (come i tasti Menu o U). Sopra la tastiera, tra il blocco di quest’ultima e quello dello schermo, si trova la già citata barra di accesso rapido: una barra di plastica dove sono disposti alcuni tasti per accedere rapidamente alle principali applicazioni preinstallate che hanno l’aspetto delle icone di queste ultime.
Lo schermo è invece un LCD monocromatico da 5,16 pollici.
Sul bordo sinistro del palmare si trovano una porta dalla forma quadrata – dalla quale tramite un cavo proprietario (che purtroppo non ho) è possibile connettere il palmare ad una stampante dell’epoca, ad un modem telefonico o ad un computer per sincronizzarlo -, uno slot per una batteria di backup (che consiste in una CR1620) e uno per i dischi a stato solido della Psion. Su quello destro si trova una porta DC 9V per l’alimentazione esterna e un altro slot per i dischi a stato solido. Su quello superiore invece si trova il vano per le batterie, che consistono in 2 pile AA (le stilo), che è coperto da un coperchio rimovibile.
Un ultimo aspetto particolare del Serie 3a dal punto di vista dell’hardware è quello dei tasti d’accensione e spegnimento. Infatti, non consistono in due tasti reali, ma bensì in due combinazioni di tasti: per accendere bisogna premere U + Esc o anche solo Esc, mentre per spegnere U + 1.
IL SOFTWARE
Lo Psion Serie 3a è dotato di EPOC16, sistema operativo per palmari avanzato per l’epoca, con supporto al multitasking e molte applicazioni preinstallate…
Sulla ROM dello Psion Serie 3a si trova il sistema operativo EPOC16, sistema operativo a 16 bit sviluppato da Psion e preinstallato su tutti i suoi palmari prodotti tra il 1991 e il 1998. La versione del mio esemplare è la 3.40F.
Una particolarità di EPOC16 è quella di avere dei menu a tendina (come nei sistemi operativi per computer), visualizzabili premendo il tasto Menu sulla tastiera e dai quali è possibile selezionare le opzioni per l’applicazione attualmente aperta. Mentre una caratteristica comune tra la maggior parte dei palmari dell’epoca, e che ha anche il Serie 3a, è quella che quando si spegne il dispositivo, esso non si spegne completamente, ma viene spento solamente lo schermo. Ciò consente, oltre a non perdere il tempo necessario per l’avvio del sistema operativo e a non cancellare i dati presenti sulla RAM, all’utente – quando lo riaccende – di trovare aperti tutti i programmi avviati prima dello spegnimento.
Oltre ad avere queste caratteristiche, EPOC16 è dotato anche di molte applicazioni preinstallate. Sullo Psion Serie 3a, le applicazioni preinstallate sono:
- Archivi (una rubrica)
- Testi (un editor di testi con formattazione avanzata)
- Agenda
- Ora (con il quale è possibile visualizzare data e ora, modificarle e impostare sveglie)
- Mondo (con il quale è possibile visualizzare un planisfero, impostare la propria città di residenza, visualizzare la distanza in km tra quest’ultima ed un altra città, il prefisso telefonico di una città del mondo e il suo fuso orario)
- Calc (una calcolatrice)
- Foglio (foglio elettronico)
- Record (per registrare suoni e ascoltare le registrazioni già create)
- Program (compilatore OPL – Open Programming Language – per creare programmi per EPOC16)
- Aiuto (guida del sistema operativo e dei programmi preinstallati, si avvia premendo il tasto Aiuto sulla tastiera)
Un ultimo aspetto particolare dal punto di vista del software, infine, è quello che EPOC16 supporta il multitasking, cioè l’esecuzione di più applicazioni contemporaneamente, all’epoca del lancio dello Psion Serie 3a una caratteristica innovativa.
CONCLUSIONI
Concludo questa recensione dicendo che a mio parere lo Psion Serie 3a – e più in generale tutti i palmari prodotti da Psion negli anni ’90 – è un oggetto immancabile nella collezione di un appassionato di palmari e/o di tecnologia retrò per la sua fama e per la sua importanza nell’evoluzione del palmare. Infine, un ultimo punto a suo favore è il basso prezzo al quale si può trovare un suo esemplare: il mio l’ho pagato soli 15 €.